Ciò che maggiormente colpisce chi osserva un’opera gotica è la presenza di fondi dorati su cui emergono personaggi, scene, paesaggi. Nella storia dell’arte occidentale non si era mai verificato prima né dopo: questo modo di rappresentare l’uomo è circoscritto solo all’epoca che comunemente chiamiamo ” gotica”.
Il grande interesse che mostre di opere gotiche hanno presso il pubblico e il grande fascino che queste suscitano nell’animo dell’osservatore, dimostrano la grande attualità di questo periodo storico vissuto dagli uomini europei. La mostra ” Da Giotto a Gentile ” che si tiene a Fabriano dal 26 Luglio al 30 Novembre e il suo grande successo, ne è un forte esempio.
Da quando dipingo opere liberamente tratte dagli originali gotici italiani ed osservo l’impatto che queste hanno sui committenti e su chi le riceve, sto accumulando una serie di riflessioni che di seguito provo a riassumere:
UNA PRIMA CONSIDERAZIONE: ormai l’utilizzo degli schermi a colori di tablet, smartphone, computer è generalizzato ed è trasversale a tutte le generazioni, ma specie per le più giovani ( le native digitali) l’influenza che essi hanno sulla formazione del gusto è decisiva. Fin dalla tenera età ci si abitua a colori vivaci, netti, luminosi, alla luce dello schermo, a simbologie (glifi) … . Non è possibile ormai non tenere in considerazione questo fatto su qualunque analisi nella fruizione delle opere d’arte del passato e moderne.
IL FONDO ORO E LO SCHERMO DEI TOUCH SCREEN …
Quando osserviamo opere originali gotiche che hanno sulle “spalle” all’incirca 7 secoli, percepiamo la bellezza ed il tempo che è passato e che ha reso le superfici pittoriche invase da fittissime ragnatele di cretti più o meno evidenti, con l’oro più o meno usurato e la comparsa del bolo rosso sottostante. Ma quando queste opere nacquero mostravano tutta la loro lucentezza della foglia oro e la vivacità dei colori. Le opere non erano illuminate da luci artificiali ma dalla fiamma delle torce e candele. Il tremolio delle fiamme dava origine sulle opere appena eseguite a giochi spettacolari di riverberi di luce, specie se l’oro era stato granito ( opus punctorium di cui Gentile fu caposcuola e maestro) : questo accadeva in particolare in ambienti oscuri o nelle ore notturne. Di giorno o comunque con luce più o meno diretta del sole, i fondi dorati si comportavano come specchi ( a patto che la doratura fosse eseguita a guazzo e brunita) da cui si ergevano le scene e su cui l’osservatore poteva vedersi riflesso anche se non in maniera nitida. I fondi oro risentivano enormemente di quanto accadeva di fronte a loro ed anche i colori delle scene cambiavano aspetto al cambiare della situazione luminosa